Umiliazione di operai a San Giovanni in Fiore (CS), una brutta storia targata PD

Oggi io e Dalila Nesci vi parliamo di una brutta storia targata Pd, in particolare quello del governatore della Calabria, Mario Oliverio. Si tratta dell'umiliazione di operai, a proposito di una gara pubblica per la raccolta differenziata nel comune di San Giovanni in Fiore (Cs).
Stamani, lunedì 27 febbraio 2017, si è tenuta presso quel municipio un'assemblea sindacale dei lavoratori della cooperativa "Città pulita", che da 25 anni gestisce il servizio rifiuti. Sono state invitate tutte le forze politiche. Per il MoVimento ho partecipato io. Assente il sindaco, Giuseppe Belcastro, e i consiglieri comunali della maggioranza.

LA STORIA.
Nello scorso settembre c'è stata l'aggiudicazione definitiva della gara per la raccolta differenziata a San Giovanni in Fiore, vinta da un'associazione temporanea di imprese formata da “Presila cosentina” e “Locride Ambiente”, società miste per la parte privata entrambe partecipate da “Ecologia oggi”. L'inserimento in clausola di salvaguardia, ad opera del Comune a guida Pd, di 6 unità lavorative esterne al servizio – che si assommano alle 21 di "Città pulita", per le quali era senz'altro obbligatoria la tutela del posto di lavoro, in quanto queste altre, lavorando da sempre al servizio rifiuti, dovevano di norma essere riassorbite dal vincitore della gara – ha creato problemi di risorse: mancano i fondi per garantire ai lavoratori l'applicazione del contratto nazionale di categoria, che prevede 6 ore lavorative giornaliere piuttosto che le 4 stabilite dal Comune.
Va detto che i 6 lavoratori aggiunti in salvaguardia – il sindaco ha argomentato che «l'ha chiesto il prefetto di Cosenza», benché non risulti agli atti – lavoravano negli anni scorsi per “Vallecrati”, che operava nel settore dei rifiuti.

Gli stessi lavoratori erano volontariamente usciti dal bacino regionale degli Lsu-Lpu, per lavorare per “Vallecrati”, poi fallita a causa di una gestione inefficiente. Erano quindi stati ripresi dal Comune di San Giovanni in Fiore, che, passato al centrodestra per un breve periodo, li aveva esclusi in quanto le norme vigenti non consentivano di fare altro.
Il vincitore della gara per la differenziata a San Giovanni in Fiore ha previsto, nella propria offerta tecnica, l'assunzione di altre 3 unità lavorative. Così, il lavoratori diventano 30 (21 di "Città pulita", i 6 aggiunti in salvaguardia e 3 previsti nel progetto del vincitore della gara). Ancora, va considerato che per i 21 lavoratori di "Città pulita" non c'è mai stato alcun accordo sindacale a monte, che il Comune aveva l'obbligo di raggiungere, prima di passare le ore lavorative da 6 a 4; passaggio di ore avvenuto nel periodo di proroga dei termini per la presentazione delle offerte. Sul punto c'è giurisprudenza in favore dei lavoratori di "Città pulita", che di fatto sarebbero costretti a pagare i costi del riassunto aumento di personale.
Nei prossimi giorni è prevista a Cosenza la firma del contratto, per cui i lavoratori di "Città pulita" contano, con l'iniziativa odierna, di far riflettere la politica perché non si consumi un'ingiustizia grave e palese nei loro confronti.

Nel luglio scorso io e Dalila abbiamo presentato sul caso un'apposita interrogazione parlamentare, chiedendo al ministro dell'Interno di verificare se vi siano gli estremi per l'invio di una commissione d'accesso agli atti del municipio. Troppe anomalie nella procedura di gara, a partire dalla violazione di due deliberazioni dell'Autorità nazionale Anticorruzione (Anac).
Altro esposto abbiamo presentato all'Anac, nel maggio scorso, determinando l'apertura di un fascicolo. Inoltre, negli ultimi giorni abbiamo scritto al prefetto di Cosenza, chiedendo l'immediata convocazione dei lavoratori di "Città pulita" e delle rappresentanze del Comune di San Giovanni in Fiore, perché si potrebbe aprire un problema sociale e di ordine pubblico. C'è il rischio che siano gli operai di “Città pulita” a dover pagare, con la predetta diminuzione delle ore lavorative, i costi per il riferito aumento di personale.

Stessa nota abbiamo inviato al ministro del Lavoro, per attivare i controlli di sua competenza, e alla Corte dei conti. Si potrebbe profilare un danno erariale, dal momento che il Comune di San Giovanni in Fiore ha già speso più di 50mila euro, per materiali di raccolta e per informazione ai cittadini sulla differenziata, in seguito posti posti a carico del vincitore della gara pubblica. Così, per le stesse voci si rilevano delle spese pubbliche già sostenute e delle spese private da sostenere.
In quanto ai 6 lavoratori aggiunti in salvaguardia, sono delle vittime del sistema marchiato Pd, che aveva un innegabile peso politico in “Vallecrati” e che, pur avendo annunciato di cambiare norme nazionali per sbloccare posti pubblici, ha agito proprio all'opposto.
«Nessuno deve rimanere indietro» resta il nostro motto, ma occorre rispettare le norme e non scatenare, come in questo caso, guerre tra poveri. Ci auguriamo che il nostro intervento serva a riportare la vicenda narrata sul binario giusto, perché le istituzioni garantiscano, secondo legge, i diritti di tutti i lavoratori.
Dalila Nesci e Paolo Parentela
Portavoce del MoVimento 5 Stelle
Deputati della Repubblica




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