La guerra dell'acqua calabrese

Sul Corriere della Calabria ho letto una nota dell’ex presidente di Legautonomie Calabria che riporta alcuni dati sui consumi dell’acqua nella nostra Regione.
Nel 1999 (gestione Regione Calabria) la dispersione nelle reti idriche era del 34% (occorreva immettere 134 litri di acqua per erogarne 100), nel 2005 (gestione Sorical) si è passati al 52% (occorreva immettere 152 litri per erogarne 100).
Nel 2012 (gestione Sorical) il volume complessivo di acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile in Calabria è stata pari a 327,6 milioni di metri cubi, con una crescita del 9,9% rispetto al dato precedentemente censito nel 2008, a fronte di una valore medio in Italia del 2,6%.
La condizione delle reti di distribuzione comunali è tale che ci sia, come dicono i numeri, una grande dispersione di acqua e sarebbe quindi auspicabile un serio intervento di risanamento delle reti comunali e quindi un risparmio della risorsa ACQUA in diminuzione nella sua disponibilità.
Per chi da anni si batte per l’Acqua Pubblica un dato del genere non è assolutamente una sorpresa: i privati che gestiscono la grande adduzione hanno tutto l’interesse ad erogare quanta più acqua è possibile perché tanto la dispersione (che avviene a valle del serbatoio comunale e quindi dopo essere stata misurata e fatturata ai Comuni) sarà tutta a carico dei Comuni; anzi paradossalmente più dispersione c’è più i “venditori d’acqua” incassano!
Ed infatti, nello stesso articolo, si fa riferimento al fatto che nel servizio idrico non c’è solo l’osso (situazioni molto critiche delle reti comunali) ma anche la “polpa” che è tutta appannaggio di chi “vende l’acqua ai Comuni”. E cioè la Sorical S.p.a....
Quindi, non solo hanno tutto l'interesse a fornire più acqua possibile, ma ce la fanno anche pagare con tariffe illegittime come conferma una sentenza della corte costituzionale.
Luigi Incarnato oggi commissario liquidatore della Sorical Spa sui giornali dichiara che "la colpa è del 50% dei cittadini calabresi che non paga il servizio." Ma chi era assessore regionale ai lavori pubblici quando si pronunciò la corte costituzionale? Come mai nessuno fece nulla dopo quella sentenza?Ai posteri l'ardua sentenza...
 

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