Per un'agricoltura che rispetti la terra e la nostra salute

"Il Governatore della Regione Calabria, nonchè assessore all'agricoltura, Mario Oliverio lavori seriamente per arrivare ad una conversione bioecologica dell’agricoltura calabrese, escludendo le pratiche del diserbo con prodotti chimici come il glifosate a vantaggio di sistemi agroecologici preventivi."
È quanto ho scritto in una dettagliata lettera inviata ad Oliverio, in cui ho descritto i rischi per la salute e per l’ambiente rappresentati dall’utilizzo di diserbanti chimici in agricoltura. È necessario ed urgente adottare provvedimenti per la proibizione dell’uso di diserbanti in agricoltura, nella pulizia delle strade e delle aree pubbliche su tutto il territorio regionale, come abbiamo già proposto in una proposta di legge ed in una mozione approvata in Parlamento. I rischi per i cittadini sono troppi, è infatti dimostrata la corrispondenza tra l’utilizzo del glifosate e malformazioni neonatali, squilibri ormonali e malattie neurologiche. Il nuovo rapporto nazionale pesticidi nelle acque pubblicate dall’Ispra, conferma la presenza nelle nostre falde acquifere di queste sostanze dannose per l’ambiente e per la salute dei cittadini. I pesticidi contaminano il 63,9% dei laghi e dei fiumi italiani e più di un terzo delle falde acquifere, anche profonde.
E' vergognoso il fatto che anche quest’anno mancano i dati relativi alla Calabria nel rapporto dell’Ispra. L'anno scorso attraverso con un'interrogazione parlamentare avevo chiesto al governo di sollecitare la regione Calabria a trasmettere i dati all'Ispra, cosa che anche quest'anno non è avvenuta. Per questa ragione ho chiesto ad Oliverio di attivarsi urgentemente per intimare l’Arpacal a comunicare i dati relativi all’inquinamento da pesticidi ed erbicidi delle nostre acque. È inspiegabile l’immobilismo dell’ente regionale, che dovrebbe lavorare per monitorare e salvaguardare l’ambiente in Calabria, ma sono tanti i rapporti ambientali per cui mancano i dati della nostra regione. La politica interviene su questi enti soltanto quando sono necessarie nomine per far scaldare qualche poltrona, mai per sollecitarne un funzionamento efficiente.
La Calabria deve sfruttare al meglio la propria vocazione naturale verso la coltivazione di prodotti biologici di qualità rispettando la biodiversità. L’utilizzo della chimica in agricoltura non rappresenterà mai per la Calabria un vantaggio competitivo determinante. Solo il con vero rispetto della terra possiamo garantire qualità e benessere. La transizione verso l’agroecologia è la strada che devono intraprendere al più presto la Calabria ed il nostro Paese.



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