Abusivismo edilizio: cosa fare?


Il problema principale nella lotta all’abusivismo edilizio risiede nell’inerzia degli enti locali preposti alla vigilanza e al contrasto e completamento delle pratiche abusive; è altrettanto chiaro il ruolo della disconoscenza da parte delle stesse degli strumenti finanziari messi a loro disposizione per portare a termine le procedure sanzionatorie e le ordinanze di demolizioni degli immobili abusivi, procedendo quindi al ripristino dei luoghi.
Lo diciamo ancora, i fondi ci sono:
  • le sanzioni (introdotte con l' emendamento M5S allo Sblocca Italia) previste dal testo unico sull’edilizia,
  • il fondo della Cassa Deposito e Prestiti (previsto dall’art. 32 DL 269/03)
  • il fondo di 10 min previsto dall’ultimo collegato ambientale (art. 52 L 221/2015)
  • il fondo di rotazione che può essere istituito da comuni e regioni sul modello usato dalla regione Lazio (L.R. 15/08 arte. 26, 27 e 28).
Altro grande nodo della questione è la mancanza di comunicazione, la condivisione pressoché assente dei dati relativi alle procedure sanzionatorie così come lo stato delle ordinanze di demolizione a cui si aggiunge la prevaricazione al limite del legale delle disposizioni delle amministrazioni locali sulle normative statali su cui, per esempio, la Corte dei Conti in Sicilia sta facendo puntuali verifiche.
In quanto alle leggi, lo abbiamo detto molte volte e gli esperti concordano: le norme ci sono, bisogna solo applicarle! Poniamo al primo posto quanto introdotto con  l'emendamento a prima firma Claudia Mannino allo Sblocca Italia (commi 4-bis, 4-ter e 4-quater art. 31 DPR 380/2001) che introduce le sanzioni per chi non esegue le ordinanze di demolizione: una sanzione da 2000 a 20000 euro da destinare esclusivamente al rifinanziamento di un fondo comunale destinato alla demolizione degli immobili abusivi.
Per risolvere il problema serve una volontà politica precisa: noi porteremo avanti atti ed azioni volti esclusivamente al rispetto delle norme vigenti tra cui:
  • la creazione di un fondo presso il Ministero delle Infrastrutture per sostenere i costi di demolizione vincolato ad una spesa preventiva
  • la promozione nella conferenza Stato-regioni di un coordinamento sulle politiche abitative
  • un protocollo d’intesa che porti alla fissazione di buone pratiche per uniformare le procedure e condividere le informazioni.
Per fare ciò serve un unico strumento efficace: il “Big Data”cioè l’informatizzazione di tutte le procedure, la costituzione di un’agenda digitale e della banda larga un unico strumento per un contrasto efficace all’abusivismo: l’istituzione di una piattaforma digitale che garantisca la comunicazione tra tutti i livelli istituzionali e velocizzi le attività della magistratura e delle amministrazioni locali. Banalmente si tratta di garantire dei livelli essenziali di decoro urbano, il “diritto alla città” per dei cittadini di oggi e quelli a venire.
Questa è la visione che come M5S vogliamo portare avanti sia come scelta etica e di giustizia nei confronti dei cittadini che si ostinano a rispettare le regole comuni (a partire dai piani regolatori comunali) sia per non continuare ad essere il fanalino di coda d’Europa la quale, mentre noi siamo ancora fermi a come completare 30 anni di sanatorie incomplete e migliaia di immobili abusivi da abbattere, sta già pensando al dopo il 2020  con quella che sarà la nuova programmazione urbana europea.

Claudia Mannino

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