La discarica di Catrolibero: storia dell'ennesimo danno ambientale

Il progetto della Cittadella Energetica di Orlandino Greco - consigliere di maggioranza al Comune di Castrolibero (CS) dal 2013 - è fermo, bloccato dal nucleo VIA del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria. L’ampliamento della discarica che sorge tra il polo scolastico di Castrolibero e il villaggio Evergreen - sottoscritto il 27 Ottobre del 2008 da un accordo tra Comune di Castrolibero, la Provincia di Cosenza allora retta da Mario Oliverio e la Regione Calabria nonostante la normativa preveda una distanza minima di un chilometro - per ora non sarà portato a termine in quanto nel progetto, secondo i tecnici, sono emerse troppe “anomalie”. Il Comune di Castrolibero, in netto contrasto con la volontà dichiarata - in quanto sottoscrittore della carta di Aalborg - di ridurre i gas serra, ha decuplicato la capienza della discarica da 100mila metri cubi a un milione di metri cubi di rifiuti “tal quale”, il
cui abbancamento è ormai vietato dalla normativa vigente che prevede che siano stoccati e lavorati prima di arrivare in discarica.
L’ampliamento della discarica poteva essere effettuato solo “previo adeguamento della viabilità esistente”; per questo motivo si costruì una strada, crollata pochi giorni or sono, su una vecchia discarica degli anni ‘70, mai bonificata, sulla quale sarebbero dovuti passare i Tir per sversare i rifiuti.
Da notizie a mezzo stampa sembra che: “per la Cittadella Energetica siano stati ricevuti dal Comune di Castrolibero ben tre milioni di euro dei cinque già stanziati. Soldi che sono serviti non solo a disboscare la zona e farla franare, ma anche per mettere a rischio la vecchia discarica di Rende, Sant’Agostino, tombata e da supervisionare. Sul sito i lampioni sono stati divelti dalla frana, i canali di scolo del percolato sono stati compromessi così come l’impermeabilizzazione del suolo che avrebbe impedito la contaminazione delle falde (…) Per il Comune di Castrolibero e i periti della Regione le falde acquifere sottostanti sono contaminate dalla presenza di metalli pesanti, per l’Arpacal invece non esistono”.
La vecchia discarica di Castrolibero che doveva essere ampliata è stata coperta con dei teloni per mitigare i cattivi odori. Le bolle che si creano all’interno, però, potrebbero provocare incendi come è già successo, mentre il percolato ormai fuori controllo finisce direttamente nel fiume Campagnano. Alla luce di questi motivi ho scritto al Ministro dell'ambiente Galletti se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e se non intenda promuovere un accertamento da parte del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente sullo stato dei luoghi nell'ottica di scongiurare il pericolo di inquinamento ambientale derivante dallo sversamento nel fiume Campagnano del percolato prodotto dalla discarica che sorge a quattrocento metri di distanza da scuole e abitazioni, vera e propria bomba ecologica tra Rende e Castrolibero.

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