Le mani della 'ndrangheta sulla centrale del Mercure e il silenzio delle istituzioni

Una riapertura della centrale elettrica del Mercure riconvertita a biomasse, favorirebbe i guadagni della criminalità organizzata, infiltrata nell’approvvigionamento di legname!
Mario Oliverio e la sua giunta stanno continuando a percorrere la strada intrapresa da Giuseppe Scopelliti. Un segnale ulteriore di come la discontinuità tanto decantata da Oliverio fosse solo uno slogan da campagna elettorale. In realtà i partiti stanno continuando, col proprio complice silenzio, a fare il gioco di ‪Enel‬ senza ascoltare minimamente cittadini, associazioni, comitati ed i sindaci delle zone interessate, che la centrale non la vogliono.
Le dimensioni della centrale e la concomitante presenza di altre centrali a biomasse in ‪Calabria‬ e ‪Basilicata‬, escludono la possibilità di approvvigionamento dalle due regioni interessate. In più l’alto traffico degli oltre cento camion che dovrebbero transitare sulle strade del Pollino, renderebbero praticamente impossibile la viabilità della zona, per non parlare dell’impatto ambientale che potrebbero avere sull’‪ambiente‬ del Parco Nazionale. Peraltro nel commercio del legname che alimentano le centrali a biomasse c’è infiltrata la ‪'‎ndrangheta‬, come ampliamente provato da atti giudiziari e report giornalistici sul tema. Eppure ‪‎Oliverio‬, ‪Pittella‬ ed il Governo ‪Renzi‬ si ostinano a sostenere la centrale, che sorgerebbe nel bel mezzo del Parco Nazionale del ‪Pollino‬, la più grande area protetta del Paese.
Il governo Renzi ha girato la patata bollente ai governatori di Calabria e Basilicata, chiedendo loro un’improponibile quanto vergognosa deroga sulla potenza della centrale (da poco più di 2 a 41 Mwe), che permetta ad Enel di infischiarsene dei limiti previsti dal piano del Parco. Noi ci batteremo con le unghie e con i denti per impedirne la riapertura, consapevoli di essere dalla parte dei cittadini del Pollino.

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