L’accorpamento tra Inea e Cra avrà un unico risultato: l’annullamento dell’unico ente di ricerca pubblica in agricoltura


Sotto accusa l’articolo 32 della legge di Stabilità: questa mattina in un’audizione in Commissione lo ha detto Giuseppe Alonzo, presidente del Consiglio nazionale per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, confermando la posizione del M5S.

L’articolo prevede la fusione dei due enti con l’intento annunciato per rilanciare la ricerca nel settore e razionalizzare le spese del dicastero.  È un’operazione che non serve allo scopo tra l’altro l’Inea è stato commissariato a gennaio e in questi mesi ha già prodotto dei tagli. Sarebbe il caso di continuare così, senza accorpare il Cra. Tra l’altro il Cra ha un ingente patrimonio immobiliare: Non sarà che il vero obiettivo sia voler mettere le mani su tale patrimonio e avviare una speculazione su fabbricati e terreni? Ma l’agricoltura non doveva essere il motore trainante della ripresa italiana? Allora perché il governo punta alla soppressione di questo fondamentale ente che crea innovazione e knowhow per rendere il nostro settore primario competitivo a livello internazionale?

Ci sembrano queste scelte assolutamente scellerate! Non vorremmo che il ministro Martina possa essere ricordato come quello che spazza via i forestali e la ricerca pubblica in agricoltura e che dietro questo accorpamento si nasconda l’intento di nascondere le responsabilità politiche che hanno determinato il grave dissesto finanziario dell’INEA, sul quale noi chiediamo che venga fatta piena luce.

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