Meno oneri fiscali per i piccoli agricoltori



Per l'ennesima volta questo governo ha detto di no ai piccoli agricoltori a quella che appare la semplificazione davvero più ovvia e scontata. Mi riferisco all’obbligo, in capo agli agricoltori che ricadono in regime di esonero ai fini IVA, di rendere conto della propria contabilità. Ecco, ma come si può per legge essere autorizzati a non conservare registri, e poi, sempre per legge, essere obbligati a comunicare le operazioni rilevanti ai fini dell’accertamento fiscale??? E’ evidente l’anomalia di una tale situazione….e probabilmente la “ratio” sta nella prevalenza su ogni logica di interessi superiori…magari di qualche soggetto che disbriga adempimenti per conto terzi…
Questo odg, sempre in materia di semplificazioni, vuole abolire per i piccoli agricoltori, identificabili da un fatturato annuo inferiore ai 7000 euro, quello che tutti gli conoscono come spesometro ovvero una comunicazione che i soggetti passivi d'IVA devono presentare annualmente all'Agenzia delle entrate. Lo Spesometro nasce con lo scopo di limitare l'evasione fiscale in ambito IVA. A partire dal 2013 è ufficialmente denominato "Comunicazione Polivalente" poiché il tracciato record da inviare all'Agenzia delle Entrate è stato unificato ad altre dichiarazioni, ad esempio la comunicazione di acquisti da paesi in Black-List. Segnalo anche che lo Spesometro, inoltre, è un provvedimento fiscale italiano che non trova corrispondenze in altri paesi. Voglio anche ricordare che la sua reintroduzione è avvenuta a dicembre scorso con la legge di stabilità e ha detta di molte associazioni di categoria (Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane del settore agroalimentare) è una misura penalizzante che accresce la burocrazia, aumenta i costi e rischia di mettere in ginocchio le piccole imprese. Per questo motivo, abbiamo presentato anche un odg a tal proposito che è stato approvato dal Governo in data 27/02/2014 , pertanto ritengo che sia il momento, approvando questo odg affinché si proceda all’eliminazione di tale oneroso obbligo. Voglio insistere su questo punto perchè il mantenerlo, comporterà, inevitabilmente, spese aggiuntive da parte dell’agricoltore, già alle prese con non poche difficoltà di ordine burocratico. Ed è proprio la burocrazia che sta causando problemi non indifferenti all’agricoltura. Basti pensare che un’azienda agricola italiana per assolvere a tutti gli adempimenti burocratici imposti spende, in media, 2 euro ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7.200 euro l’anno. Non basta. Occorrono otto giorni al mese per riempire le carte richieste dalla Pubblica amministrazione centrale e locale, in pratica, cento giorni l’anno! Mantenendolo si colpiscono piccole realtà aziendali agricole finora esonerate da tutti gli obblighi contabili (fatturazione, registrazione, dichiarazione annuale, liquidazione e versamento dell’imposta), per questo chiediamo l'abrogazione del comma 8-bis dell'articolo 36 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221. Spero di aver fatto chiarezza su questo argomento e spero di aver fatto cambiare idea al governo. In fondo chiediamo solo coerenza e rispetto per gli impegni presi visto che sul decreto non sono stati rispettati.

ESITO VOTAZIONE: RESPINTO

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