Gli orti urbani

Nel 2013 gli orti urbani nei capoluoghi italiani sono triplicati rispetto al 2011 quando erano estesi su 1,1 milioni di metri quadrati. Lo dice un'analisi condotta sui dati Istat. Questa è una chiara risposta alla crescente domanda di verde in città che, complice la crisi, spinge un italiano su quattro alla coltivazione fai da te.

Ma cosa sono gli orti urbani?

Sono spazi dedicati all’agricoltura domestica, alla creazione di un piccolo orto, che i Comuni, soprattutto in città, mettono a disposizione della comunità. Gli orti urbani sono messi a disposizione dei cittadini che abitano in appartamento e non dispongono di uno spazio adeguato da potersi dedicare al giardinaggio e alla coltivazione di verdura e frutta.
Le coltivazioni degli orti urbani non hanno scopo di lucro, sono assegnati in comodato ai cittadini richiedenti e concorrono a preservare spesso aree verdi interstiziali tra le aree edificate per lo più incolte e destinate all'abbandono e al degrado. Gli orti urbani stanno acquistando una grossa valenza nei comuni. Negli ultimi anni, il numero delle persone che vogliono coltivare un orto è andato via via crescendo. Giovani, donne, impiegati e professionisti si sono sostituiti a pensionati e operai. Sorge spesso il problema del “dove coltivare un orto?” Allora perché non fare richiesta al proprio comune per allestire un orto urbano?

Come fare la richiesta per un orto urbano? Ecco la procedura:

Per richiedere il proprio orto urbano generalmente bisogna entrare nelle liste di attesa nei comuni dove hanno deciso di portare avanti questi progetti.
Vari requisiti stabiliranno una graduatoria che porta all’assegnazione degli spazi. I requisiti variano da Comune a Comune, pertanto è consigliabile richiedere al Comune di competenza i criteri di assegnazione dell’orto urbano. Tra i requisiti, l’assenza di conviventi che già ne gestiscono uno: per evitare di assegnare spazi allo stesso nucleo familiare. Di solito l’assegnazione degli orti urbani avviene per alcuni anni consecutivi e successivamente si deve lasciare lo spazio oppure partecipare di nuovo alla selezione.

Bisogna pagare il Comune per usufruire di un orto urbano?

Alcuni orti urbani vengono concessi gratuitamente, per altri occorre versare una piccola quota annuale: una cifra quasi simbolica che serve per pagare le spese di gestione dell’area a fronte dell’acquisizione dei prodotti dell’orto da parte dei cittadini.
In alcune zone dell’Italia spesso gli orti vengono coltivati in forma collettiva, come giardino comunitario; infatti le persone anziane che hanno giardini di proprietà ma non sono più in grado di occuparsene vengono messe in contatto con altri cittadini che se ne possono occupare direttamente. Il giardino di queste persone rivive quindi e i prodotti dell’orto vengono divisi equamente tra il proprietario dello spazio e chi se ne occupa. In molte città sia italiane che all'estero, per esempio, sono nate diverse reti tra cittadini attivi, che condividono informazioni e insegnamenti e raccolgono tutti gli orti e le realtà di verde spontaneo e “partecipato”. Ci sono altri che coltivano un appezzamento urbano o periurbano, in modo biologico o sinergico, organizzano la vendita di cassette che distribuiscono o settimanalmente o bi-settimanalmente. In diverse citta del nord Italia, vengono organizzati "orti collettivi", che sono orti sociali comunali organizzati come comunità di quartiere, con attrezzi comuni, attività di socializzazione, scambio dei prodotti, mercatini biologici. Una impostazione che si va affermando è quella di usare una parte di ogni parco pubblico per fare orti sociali, anche di poche parcelle, e animarli con attività di socializzazione come feste per piccoli, incontri intergenerazionali nonni-nipoti-genitori. Gli orticoltori aumentano la sicurezza del parco pubblico e possono guidare gli utenti a forme di manutenzione e di rispetto, facendo diminuire i costi di manutenzione. A livello paesaggistico è preferibile una integrazione orto-giardino alla solita impostazione a prato costosa da mantenere ed esteticamente discutibile. Trasformate prati costosi in orti produttivi! Se poi volete andare al di là degli orti sociali e studiare un progetto reale attivo da tre anni a Parma, guardate questa idea di Agrivillaggio.

Fonti: ideegreen.it e ortosociale.org

Commenti

  1. GRAZIE per sostenere certe iniziative che troppo ancora vengono "ignorantemente" non considerate.

    RispondiElimina

Posta un commento